Salita alla Cupola di San Gaudenzio

Informazioni tratte da turismonovara.it

La Basilica dedicata a San Gaudenzio venne edificata nel punto più elevato di Novara tra il 1577 e il 1690 su progetto di Pellegrino Tibaldi.

È invece della seconda metà del XVIII secolo il campanile, opera di Benedetto Alfieri (zio del poeta Vittorio), la cui altezza di 92 metri ha per lunghi anni, fino alla costruzione della cupola, caratterizzato il panorama del capoluogo.

Ma il desiderio dei Novaresi era quello di perfezionare la loro basilica con la costruzione di una cupola, opera decisamente troppo costosa allora per le casse della Fabbrica Lapidea, l’organo che dal 1552 cura tutti gli interventi al tempio gaudenziano.

Grazie però ad una pubblica sottoscrizione e ai proventi derivanti dall’“imposta del sesino” (una tassa sull’acquisto della carne), ristabilita dal re Carlo Felice di Savoia, nel 1840 la Fabbrica ebbe le somme necessarie per far fronte ai lavori di completamento della basilica; venne quindi incaricato Alessandro Antonelli della costruzione della cupola e del rifacimento della facciata basilicale, anche se quest’ultima in realtà non venne mai completata e si realizzò solo la porta in noce con rosoni, decorazioni e teste di angeli in ferro fuso.

Negli oltre 40 anni di cantiere della cupola l’Antonelli presentò diversi piani di costruzione: il primo progetto venne proposto nel 1841 e dopo ben tre anni iniziarono i lavori; di questo primo piano di costruzione si realizzarono solo gli arconi, nucleo portante della costruzione successiva, infatti nella mente dell’Antonelli era fin da allora prevista l’attuale grandiosità della cupola e già i primi lavori per la sua impostazione li eseguì in proporzioni adatte al compimento del suo progetto.

Poiché negli anni seguenti l’opera rimase interrotta, anche a causa delle guerre per l’unità e l’indipendenza d’Italia, l’architetto ebbe tempo di perfezionarne il disegno e nel 1855 presentò un secondo progetto che innalzava la cupola con l’aggiunta di una corona di pilastri per dare miglior visibilità al monumento.

Un ulteriore progetto, che elevava ancora di più l’edificio, fu avanzato nel 1860 dall’ardito architetto a un’amministrazione comunale sempre più preoccupata per le crescenti spese.

Solo nel 1861 Antonelli ottenne il via libera ai lavori da parte del consiglio comunale, nonostante parte dell’opinione pubblica fosse ancora dubbiosa sulla possibilità di realizzare un progetto tanto audace.

Terminata quindi la cupola, mancava solo la guglia che fu costruita tra il 1876 e il 1878.

Alla sommità, il 16 maggio 1878, fu posta la statua del Cristo Salvatore realizzata in bronzo ricoperto di lamine d’oro e alta quasi 5 metri, opera di Pietro Zucchi.

Attualmente è conservata all’interno della basilica e in cima alla cupola è collocata una copia in vetroresina.

Come si può osservare ancora oggi, l’esterno della struttura della cupola è scandito da una “geometria dei vuoti e dei pieni” e da due colonnati che contribuiscono a dare la sensazione di ancora maggior slancio, per un’ altezza totale dal pavimento della chiesa alla sommità della statua di 126 metri (121 metri senza statua).

La cupola, che pesa, esclusi gli arconi, ben 5572 tonnellate si regge su quattro coppie di archi murari disposti a quadrato.

La genialità di Antonelli sta non solo nell’aver ideato un progetto così ambizioso, ma nell’essere riuscito a realizzarlo con ben 2046 metri cubi di mattoni in un periodo storico che vedeva il trionfo del ferro, dando inoltre un saggio dell’abilità delle maestranze novaresi e della qualità del materiale utilizzato di provenienza esclusivamente locale.

La sua opera si pone come paradigma della transizione dal “semplice” neoclassicismo allo strutturalismo ingegneristico che si sarebbe affermato alla fine dell’Ottocento.

Nel 1887 terminarono i lavori di costruzione e il giorno di San Gaudenzio il vescovo inaugurò la struttura appartenente al Comune di Novara: non per nulla sul suo frontone spicca lo stemma comunale con la scritta Civitatis Novariae.

La Cupola di San Gaudenzio è un’opera unica nella storia dell’architettura mondiale e rappresenta una delle strutture murarie più ardite mai concepite; questo inno alla verticalità divenne orgoglio e vanto dei Novaresi che la elessero idealmente simbolo stesso della loro città.

Avvocato

Loquimur